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Come fare il backup di un sito web in modo sicuro

Come Fare il Backup di un Sito Web in Modo Sicuro

10 min.

Il backup del sito web è la tua polizza anti-disastro: se un attacco, un errore umano o un guasto colpiscono, puoi ripristinare file e database in minuti anziché giorni. Senza un piano di backup affidabile, un singolo incidente può cancellare contenuti, compromettere la SEO e bloccare il fatturato. In questa guida vedrai come progettare, automatizzare e testare un backup che funzioni davvero quando serve.

Cos'é davvero il backup di un sito?

Cos’è (davvero) il backup di un sito

Il backup di un sito web è la creazione di copie aggiornate di tutto ciò che lo fa funzionare: file (tema, plugin, immagini, configurazioni) e database (pagine, utenti, ordini, impostazioni) conservate in modo sicuro e ripristinabile. Non è una fotocopia occasionale, ma un sistema organizzato che ti riporta online dopo errore, attacco o guasto.

Le strategie principali:

  • Backup completo (full): copia integrale di file + DB; massima solidità, ma richiede più tempo e spazio.
  • Backup incrementale/differenziale: salva solo le modifiche (dall’ultimo backup o dall’ultimo full), riducendo durata e storage e favorendo esecuzioni frequenti.

A parte ci sono le snapshot di piattaforma: istantanee rapidissime del server/container utili per rollback veloci, ma non sostituiscono un backup esterno; dipendono dall’infrastruttura, hanno retention limitata e, se il provider ha un problema, rischi di perdere sito e “foto”.

La combinazione corretta: backup pianificati (full + incrementali) conservati off-site, più snapshot per ripristini lampo.

Ogni quanto farlo: RPO e RTO spiegati semplice

Ogni quanto farlo: RPO e RTO spiegati semplice

La cadenza dei backup non si sceglie “a sensazione”, ma in base a due target di business:

  • Il primo è l’RPO (Recovery Point Objective): indica quanti dati puoi permetterti di perdere tra l’ultimo backup valido e l’incidente. Se il tuo RPO è di 1 ora, accetti al massimo di perdere l’ultima ora di ordini, commenti o modifiche.
  • Il secondo è l’RTO (Recovery Time Objective): definisce in quanto tempo devi tornare operativo; un RTO di 30 minuti significa che il sito deve essere di nuovo online, funzionante e coerente entro mezz’ora dal problema.

Questi due obiettivi guidano tutto il resto. Un e-commerce con ordini continui avrà RPO bassi (anche 15–60 minuti) e RTO stretti: servono backup frequenti (incrementali orari), salvataggi del database separati, retention adeguata e procedure di ripristino già testate. Un sito vetrina aggiornato saltuariamente può puntare a un RPO giornaliero con backup notturni e un RTO più rilassato, purché le copie siano affidabili e fuori dall’infrastruttura principale.

In pratica: definisci prima quanto puoi perdere (RPO) e quanto velocemente devi ripartire (RTO); da lì discendono frequenza (oraria, giornaliera, settimanale), tipologia (full + incrementali), retention (quanti punti di ripristino tenere) e tecnologia (storage off-site/immutabile, automazioni). Senza questi numeri, il backup resta un rito; con RPO/RTO chiari diventa una garanzia di continuità.

Dove conservare le copie: la regola 3-2-1 (e il passo in più)

Dove conservare le copie: la regola 3-2-1 (e il passo in più)

Per un backup sito web davvero affidabile non basta “fare la copia”: conta dove la conservi. La regola d’oro è la 3-2-1: mantieni 3 copie dei dati (l’originale + due backup), su 2 supporti diversi (es. storage del provider + NAS locale), con 1 copia off-site in cloud. Così se si rompe un disco o il server ha un problema, hai sempre un’ancora di salvezza altrove.

Vuoi salire di livello? Adotta l’evoluzione 3-2-1-1-0: oltre alla regola base, aggiungi 1 copia immutabile (non riscrivibile né cancellabile per un periodo definito) e punta a 0 errori verificando i backup con test di ripristino periodici. L’immutabilità è cruciale contro i ransomware: anche se cifrano server e copie locali, il backup “bloccato” resta integro e ripristinabile.

Quindi: snapshot rapide sul provider per i rollback, una copia off-site su cloud (S3, Azure Blob, ecc.) con versioning e immutabilità attiva, più un’ulteriore copia su supporto diverso (NAS o storage esterno). E soprattutto, calendario di restore di test: solo provando il ripristino sai se il tuo piano funziona davvero.

Opzioni pratiche: Hosting, Plugin, Manuale

Opzioni pratiche: hosting, plugin, manuale

Per un backup sito web affidabile hai tre strade, spesso da combinare.

  1. Backup dell’hosting: molti provider offrono snapshot giornaliere/mensili con ripristino dal pannello. Verifica frequenza, retention, download esterno e ripristino granulare (solo DB o solo file). Le snapshot sono ottime per i rollback, ma servono anche copie off-site indipendenti.

  2. CMS/Plugin (es. WordPress): pianificano full e incrementali, inviano le copie su storage remoto (S3, Google Drive, SFTP), registrano log e facilitano i test di ripristino. Usa plugin affidabili, aggiornati, e prova periodicamente un restore in staging.

  3. Manuale/automatizzato: con cron + script esegui il dump del database, sincronizzi /uploads, temi, plugin e copi su storage off-site. Richiede più competenze, ma offre massimo controllo su frequenza, cifratura, immutabilità e versioning.

La formula ideale: snapshot dell’hosting per le emergenze + backup esterni pianificati (plugin o script) per una resilienza a prova di incidente.

Best Practice per backup a prova di incidente

Best practice per backup “a prova di incidente”

Un backup sito web efficace non è solo una copia salvata da qualche parte: è un processo affidabile, ripetibile e verificato. Le pratiche che non devono mancare:

  • Automatizza sempre: pianifica backup full e incrementali. I processi manuali si dimenticano; gli automatismi no.

  • Cifra i dati: attiva crittografia in transito (TLS) e a riposo sullo storage; protegge da intercettazioni e furti.

  • Verifica con restore di test: non basta “avere i backup”. Esegui ripristini periodici in staging per controllare integrità e tempi (RTO).

  • Versiona le copie: conserva più punti di ripristino; se una copia è corrotta o contiene malware, torni a una versione precedente pulita.

  • Separa ruoli e credenziali: chi gestisce il sito non deve poter cancellare la copia immutabile (protegge dai ransomware e da errori umani).

  • Documenta il playbook: dove sono le copie, chi può accedere, come si esegue il ripristino passo-passo; aggiorna la procedura dopo ogni test.

Applicando queste best practice, il tuo piano di backup e ripristino diventa realmente resiliente e pronto a rispondere a incidenti tecnici, errori umani e attacchi informatici.

Backup del sito: Errori comuni da evitare

Errori comuni da evitare

Anche il miglior backup sito web può fallire se commetti errori strutturali. I più frequenti — e come evitarli:

  • Un’unica copia sullo stesso server del sito. Se il server si guasta o viene cifrato da un ransomware, perdi tutto. Mantieni almeno una copia off-site.
  • Un solo punto di ripristino e per di più datato. Se la copia è corrotta o contiene malware, sei bloccato. Conserva più versioni (versioning/retention).
  • Backup parziali (senza DB o /uploads). File senza database o viceversa non bastano. Includi file + database e verifica le dipendenze (config, media).
  • Mai testare un ripristino reale. Finché non provi un restore in staging, non sai se funziona né in quanto tempo (RTO).
  • Copie non cifrate su storage condivisi. Proteggi le copie con crittografia a riposo e in transito, accessi separati e, se possibile, immutabilità.

Il prossimo incidente non è una possibilità remota: è una certezza statistica. La differenza la fa la preparazione. Un piano di backup e ripristino solido taglia il downtime, mette al sicuro dati e SEO, e mantiene in piedi il fatturato anche nei giorni peggiori.

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