
Il modello Zero Trust sta riscrivendo le regole della sicurezza IT: in un mondo senza più confini di rete, fidarsi per default è un errore. Smart working, cloud e dispositivi mobili hanno reso obsoleto il vecchio concetto di “perimetro sicuro”.
Zero Trust ribalta tutto: niente fiducia implicita, ogni accesso deve essere verificato. Utente, dispositivo, contesto: tutto va autenticato, ovunque si trovi.
In questo articolo spieghiamo cos’è Zero Trust, perché è diventato essenziale e come applicarlo in modo concreto, dalla rete locale al cloud.

Il modello Zero Trust (fiducia zero) è un approccio alla sicurezza IT basato su un principio chiave: nessun utente, dispositivo o applicazione viene considerato attendibile a priori, nemmeno se si trova all’interno della rete aziendale.
Tradizionalmente, la sicurezza era impostata su un perimetro: una volta dentro la rete, gli utenti potevano muoversi liberamente. Con l’aumento del lavoro da remoto, dell’adozione di servizi cloud e della diffusione di dispositivi eterogenei, questo approccio è diventato obsoleto.
Zero Trust elimina la fiducia implicita e introduce controlli continui in ogni fase di accesso e utilizzo delle risorse IT.
Ogni richiesta viene valutata sulla base di tre elementi fondamentali:
L’accesso viene concesso solo se tutte le condizioni di sicurezza sono rispettate. Questo vale anche per gli utenti già autenticati, riducendo al minimo il rischio di movimenti laterali e attacchi interni.

Il modello Zero Trust nasce come risposta a un mondo digitale frammentato, dove dati e applicazioni non vivono più solo nei server aziendali, ma si muovono tra cloud, dispositivi mobili e postazioni remote. Le violazioni partono sempre più spesso dall’interno, sfruttando utenti legittimi compromessi. Il lavoro da remoto e i device personali abbassano il livello di protezione.
I firewall tradizionali non bastano più: i dati fluiscono ovunque, le minacce si insinuano in silenzio con phishing, ransomware e accessi abusivi.
Zero Trust è la risposta: nessun accesso è scontato, ogni richiesta va verificata, ogni identità validata. È un cambio radicale di approccio, necessario per affrontare la sicurezza in modo moderno, consapevole e adattivo.

Il cuore del modello Zero Trust è il principio di verifica continua e contestuale. Non basta che l’utente si autentichi una volta: ogni accesso a una risorsa, ogni richiesta, ogni cambio di contesto viene riesaminato. Possiamo individuare i componenti fondamentali:

Il modello Zero Trust è progettato per funzionare ovunque: nelle reti locali (LAN), nei datacenter, nei servizi cloud pubblici e nelle architetture ibride.
In ogni contesto, l’obiettivo resta lo stesso: verificare ogni accesso, ridurre la superficie d’attacco e limitare i danni in caso di compromissione.

Adottare questo modello non significa sostituire tutto da un giorno all’altro, piuttosto è un processo graduale, basato su valutazione, pianificazione e implementazione controllata. Di seguito riportiamo i passi per iniziare:
Zero Trust non è un prodotto da acquistare, ma una strategia di sicurezza aziendale da integrare nel tempo, con il coinvolgimento di team IT, governance e formazione degli utenti.
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