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Data Breach: cos'é, cosa fare e come gestire la violazione dati GDPR

Data Breach: cos’è, cosa fare e come gestire la violazione dei dati personali secondo il GDPR

10 min.

Un data breach non è solo un attacco hacker: può bastare una mail inviata per errore o un accesso non autorizzato per violare i dati personali e infrangere il GDPR. Quando succede, non è il panico che serve, ma una risposta rapida e precisa.

Il Regolamento Europeo impone tempi, procedure e responsabilità chiare: bisogna sapere come agire, quando notificare il Garante e quando informare gli utenti coinvolti.

In questo articolo ti guidiamo tra definizione, obblighi e strategie concrete per riconoscere, gestire e soprattutto prevenire una violazione dei dati.

Cos'é un Data Breach: definizione e significato secondo GDPR

Cos’è un Data Breach: definizione e significato secondo il GDPR

Il data breach, secondo l’articolo 4 del GDPR, è “una violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati”.

In parole semplici, un data breach si verifica ogni volta che i dati personali vengono compromessi, che si tratti di furto, accesso non autorizzato, cancellazione accidentale o divulgazione impropria. Non è necessario che ci sia un attacco informatico: anche un errore umano o un malfunzionamento tecnico possono configurare una violazione.

Tre sono le categorie riconosciute:

  • Riservatezza violata: accesso o diffusione non autorizzata di dati (es. email con allegati sensibili inviata a persone sbagliate).
  • Integrità compromessa: modifica non autorizzata dei dati (es. alterazione di database da parte di un malware).
  • Disponibilità compromessa: perdita o indisponibilità dei dati (es. cancellazione accidentale di un archivio senza backup).

Capire con esattezza cosa rientra nella definizione di violazione dei dati personali è fondamentale per riconoscere gli incidenti e attivare subito le procedure corrette.

Le tipologie di violazioni dei dati personali

Le tipologie di violazione dei dati personali

Non tutti i data breach sono uguali. Il GDPR distingue diverse tipologie di violazione, ciascuna con impatti differenti su dati, utenti e responsabilità del titolare del trattamento. Comprendere queste differenze è fondamentale per valutare la gravità dell’incidente e stabilire le azioni da intraprendere.

Le violazioni possono essere classificate in tre macro-categorie:

  1. Violazione della riservatezza
    Si verifica quando i dati vengono consultati, copiati o divulgati da soggetti non autorizzati. È il caso di email inviate al destinatario sbagliato, database consultati da utenti non autorizzati, oppure sistemi bucati da attaccanti.
  2. Violazione dell’integrità
    Si ha quando i dati vengono modificati in modo non autorizzato. Un malware che altera i contenuti di un archivio o un errore umano che sovrascrive record in un gestionale rientrano in questa categoria.
  3. Violazione della disponibilità
    In questo caso i dati vengono persi, cancellati o resi inaccessibili. Può trattarsi di un attacco ransomware, di un guasto hardware senza backup o della cancellazione accidentale di un file.

In molti casi, un unico data breach può coinvolgere più categorie. Ad esempio, un ransomware che cripta i dati (violazione della disponibilità) e li pubblica online (violazione della riservatezza).

Obblighi del titolare in caso di Data Breach

Obblighi del titolare in caso di Data Breach

Quando si verifica una violazione dei dati personali, il titolare del trattamento ha obblighi precisi e improrogabili secondo il GDPR. L’elemento chiave è la tempestività: non basta intervenire, bisogna farlo in tempi certi e documentabili.

L’articolo 33 del Regolamento UE prevede che:

  • Il titolare deve notificare il data breach al Garante per la protezione dei dati entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza, a meno che la violazione non sia “improbabile che presenti un rischio per i diritti e le libertà delle persone fisiche”.
  • La notifica deve contenere:
    • la natura della violazione
    • le categorie e il numero di interessati coinvolti
    • le possibili conseguenze
    • le misure adottate per contenere l’incidente
    • i riferimenti del DPO o della persona di contatto
  • In caso di rischio elevato, il titolare è anche tenuto a informare direttamente gli interessati, con un linguaggio chiaro e comprensibile.

Omettere o ritardare la notifica può comportare sanzioni rilevanti, fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato annuo globale, oltre a danni reputazionali spesso irreparabili.

La notifica al Garante e la comunicazione agli interessati

La notifica al Garante e la comunicazione agli interessati

Quando un data breach supera la soglia di rischio per i diritti e le libertà degli interessati, il GDPR impone due azioni distinte: la notifica al Garante e, nei casi più gravi, la comunicazione diretta agli utenti coinvolti.

  1. Notifica al Garante Privacy
    Deve essere effettuata entro 72 ore da quando il titolare è venuto a conoscenza della violazione. Il modulo di notifica è disponibile sul sito ufficiale del Garante e deve includere:
  • Descrizione dell’incidente
  • Tipologie di dati compromessi
  • Numero stimato di interessati coinvolti
  • Impatto potenziale sui diritti degli interessati
  • Misure correttive e preventive adottate
  • Dati di contatto del DPO o referente privacy
  1. Comunicazione agli interessati
    Obbligatoria quando il data breach comporta un “rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati”, come nel caso di furto di dati sanitari, credenziali d’accesso, informazioni finanziarie o biometriche.

La comunicazione deve:

  • Essere chiara, semplice e non tecnica
  • Spiegare l’accaduto
  • Indicare i rischi potenziali
  • Suggerire azioni di tutela (es. cambio password, blocco carte)
  • Fornire un contatto per assistenza

È vietato omettere la comunicazione o renderla vaga. Anche qui, ritardi e omissioni comportano sanzioni, e il Garante può ordinare comunicazioni obbligatorie d’ufficio.

Registro dei Data Breach: quando e come tenerlo

Registro dei data breach: quando e come tenerlo

Anche se un data breach non richiede notifica al Garante, il titolare è sempre obbligato a documentarlo. È quanto stabilisce l’articolo 33, paragrafo 5 del GDPR: ogni violazione deve essere registrata internamente, con dettagli utili a dimostrare la conformità in caso di controlli.

Il registro dei data breach è uno strumento fondamentale di accountability. Deve contenere almeno:

  • La data in cui è avvenuta o è stata scoperta la violazione
  • Una descrizione dell’incidente
  • Le categorie di dati coinvolti
  • Il numero (anche approssimativo) di interessati coinvolti
  • Le misure correttive adottate
  • Le motivazioni dell’eventuale mancata notifica all’Autorità

Non esiste un modello unico, ma è buona prassi utilizzare un formato strutturato, consultabile e aggiornato, conservato in modo sicuro. È parte integrante del sistema di gestione della privacy aziendale.

Anche le violazioni “minori” vanno annotate: l’assenza totale di registrazioni, nel tempo, può essere interpretata dal Garante come mancanza di controllo o sottovalutazione del rischio.

Come prevenire un Data Breach: misure tecniche e organizzative

Come prevenire un Data Breach: misure tecniche e organizzative

Il modo più efficace per affrontare un data breach è evitarlo prima che accada. Il GDPR non impone misure di sicurezza specifiche, ma richiede che siano adeguate al rischio e aggiornate nel tempo. La prevenzione si gioca su due fronti: tecnico e organizzativo.

Misure tecniche

  • Crittografia dei dati, sia in transito che a riposo
  • Autenticazione a due fattori (2FA) per l’accesso ai sistemi
  • Monitoraggio e logging degli accessi e delle operazioni
  • Backup regolari e testati
  • Segmentazione della rete e controllo degli endpoint
  • Aggiornamento costante di software e plugin

Misure organizzative

  • Nomina di un DPO (se necessario) o di un referente privacy
  • Formazione periodica per dipendenti e collaboratori
  • Policy di sicurezza chiare e condivise
  • Procedure di gestione degli incidenti documentate
  • Simulazioni di attacchi per testare la prontezza operativa
  • Audit regolari per valutare il rispetto delle policy

Prevenire un data breach significa creare una cultura della protezione dei dati, dove ogni componente dell’organizzazione conosce il proprio ruolo e le proprie responsabilità.

Un data breach può colpire in silenzio, ma gli effetti si sentono forte: multe, danni reputazionali, perdita di fiducia. Aspettare è l’errore più grave.
La vera sicurezza sta nella preparazione: sapere cosa fare, avere procedure pronte, agire in tempo. Il GDPR non perdona l’improvvisazione, ma premia la responsabilità.

 

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